Corbezzoli, lentischi, ornielli e arbusti tipici, quali le ginestre, l'erica e quant'altro la macchia mediterranea offre allo sguardo ed all'olfatto, con i suoi soavi profumi di ginepro e rosmarino, fanno compagnia a piante che solo in questa zona a sud della collina di Montalcino riescono a vegetare. Ecco che il fico d'india ricopre intere pendici, ben a solatio, accanto a lecci e querce e alle piante, ormai inselvatichite, dei tanti fruttiferi che i mezzadri, fino a qualche decina di anni addietro, coltivavano sapientemente intorno a Camigliano; peri, meli, fichi e gelsi che oggi costituiscono fonte essenziale di cibo per i tanti animali selvatici che popolano queste zone. Nell'interessante corredo della fauna locale, favorita dalle vaste estensioni di bosco e macchia che circondano le vigne, gli oliveti ed i seminativi di Camigliano, si muovono su larghi corridoi naturali numerose famiglie di istrici, di tassi, di faine, di donnole, e soprattutto di volpi, che spesso vengono adottate dagli abitanti del borgo, mentre il cielo serale e notturno è animato dalle voci a volte inquietanti di gufi, civette, barbagianni e allocchi; nelle giornate serene non è difficile avvistare la poiana, un rapace della famiglia dei falconidi che sembra una piccola aquila e che volteggia maestosamente ad altezze impressionanti o sosta sui cavi della luce o sui filari di vigna in attesa delle sue prede preferite: conigli o lepri, topi di campagna e a volte nidiate di fagiani o starne. Lo storno sempre inserito in vaste colonie, si difende assai meglio dalle insidie dell'uomo, organizzando veri e propri turni di guardia e osservazione a difesa del gruppo. Per tornare sulla terra, tra gli animali che scorrazzano sul territorio, troviamo anche e soprattutto il cinghiale, anch'esso preda di cacce tradizionali, organizzate e controllate che ne garantiscono la sopravvivenza come specie.