SYNAULIA E IL VINO
Vino, Musica e Cerimonie nei banchetti dei popoli antichi Il vino, legato alla gastronomia, ha assunto nel corso delle diverse epoche della civiltà umana diversi aspetti, che ne hanno comunque sempre mantenuto vivo ed attivo il consumo responsabile. Pur nei secoli bui della condizione contadina fin dall’epoca feudale, e successivamente operaia della prima rivoluzione industriale, il vino aveva un valore prezioso, alimentare, di sopravvivenza, che poneva in secondo piano gli aspetti di piacere, riservati alle esigue minoranze del clero e delle classi abbienti, e garantiva forza e vitalità, corredi vitaminici e apporti minerali a coloro che passavano la vita nei campi e poi nelle industrie. Oggi il vino è soprattutto piacere, edonismo come alcuni definiscono la gratificazione che esso provoca al palato ed allo spirito conviviale. Molto tempo fa il significato del vino era sicuramente legato a mondi e concezioni di cui gradatamente si è persa traccia, ritrovandola, solo e sicuramente in piccola parte, per merito degli studi di archeologia compiuti a partire dalla seconda metà del secolo scorso (900). Grazie a queste ricerche si può dunque desumere che vino e gastronomia costituissero un binomio che diventava spesso trinomio in funzione delle cerimonie religiose che seguivano o precedevano gli appuntamenti conviviali dell’antichità. Il tessuto connettivo di questo trinomio, era costituito dalla musica. La ragione di questa sinergia tra vino, cibo e musica, così importante per tutti i popoli antichi, a partire dai Mesopotamici, dagli Egiziani e i Greci, per finire agli Etruschi ed ai Romani passando dai nuragici e dagli italici in generale, risiede sicuramente nell’analogia tra la spiritualità attribuita al vino e quella espressa dalla musica, durante l’offerta sacrificale incarnata dal cibo consumato insieme. Secondo recenti studi scientifici sulle funzioni dell’ascolto, si ha sempre più la conferma che gli strumenti musicali dell’antichità erano costruiti, abbinati e impiegati per ottenere effetti neuropsicologici ben precisi. Gli antichi dunque erano coscienti dei diversi poteri dei suoni, capaci di influenzare le emozioni, incitare, addolcire ed addirittura incantare (il mito di Orfeo e la sua cetra) e la musica poteva educare il comportamento umano, funzionando così da strumento terapeutico quotidiano. Come sicuramente, da quanto appare nelle ricostruzioni dei banchetti di varie culture precristiane, certi suoni di precisi e sempre uguali strumenti musicali (flauto a due ance, cimbali o appunto cetre) favorivano il risveglio della creatività artistica o l’elevazione spirituale a fini mistici. La musica quindi accompagnava sempre il vino nei banchetti degli antichi, regolati da momenti diversi dei quali il Simposio era il culmine. All’inizio del pasto i commensali consumavano acqua, per poi passare al vino abbinato con cibi piccanti e frutta secca, bevuto puro in onore della forza vitale e del piacere materiale. Per quanto riguarda invece gli aspetti prettamente musicali della cosa, nessuno spartito è mai giunto fino a noi, e quindi i ritmi e le melodie che potevano essere tratte dagli strumenti antichi si possono desumere attraverso lo studio della conformazione fisica degli strumenti stessi, ricostruendoli fedelmente e provandoli per verificare che tipo di suono può essere emesso, così da identificarne le possibili combinazioni sonore. Questo dicesi “archeologia sperimentale”. Un altro aspetto di questa disciplina è quello di cercare di determinare la funzione stessa dell’espressione musicale applicata alle cerimonie del vino, più che in senso scenografico, proprio in senso di trait-d’union con le forze della natura rappresentate da Bacco-Dioniso-Fufluns. Il gruppo teatrale-musicale “Synaulia” , recentemente ospitato alla Festa del Vino di Cagliari, ha basato i suoi repertori su queste ricerche. Iniziato nel 1994 in Olanda, nel grande parco archeologico di Archeon, il progetto Synaulia si è spostato a Roma, dove sono state realizzate varie performances in collaborazione con il Museo di Arti Popolari nei luoghi più suggestivi della romanità, ma è poi in Germania che il gruppo ha trovato i maggiori consensi, accompagnando le dimostrazioni di archeologia sperimentale del professor Markus Junkelmann presso i musei di Monaco, Bonn, Aalen, nel castello di Ratzenhofen e negli anfiteatri di Trier (Augusta Treverorum) e di Xanten (Colonia Ulpia Traiana). Oggi il gruppo focalizza la sua attenzione sugli Etruschi ed il Vino, in una sinergia guidata dall’associazione culturale “NettaridiBacco”. I repertori del gruppo partono da una generale “Storia della Musica” per le scuole, dove vengono descritti e utilizzati antichi strumenti, “I suoni dei Misteri”, una vera riscoperta alla luce dei recenti studi sulle funzioni dell’ascolto, “Poesia in musica”, i versi dei poeti greci e latini ispirati al vino e alla natura, per arrivare alla rievocazione di Banchetti antichi, musiche, danza, teatro, giochi e cerimoniale per cibo e vino d’arte. |